Pino Mauro è sulla scena con la cantante Rosa Miranda che insieme all’attore, Roberto Del Gaudio svilupperanno la trama della narrazione accompagnati da quattro musicisti, diretti dal maestro Marino Bellopede.
Il nuovo spettacolo di Pino Muro e’ realizzato da un intreccio di canzoni classiche napoletane, canzoni di giacca, racconti e monologhi brevi che sviluppano una suggestiva narrazione, oltre che della vita del cantante, anche della storia della citta’ con le sue sofferenze e le sue numerose espressioni culturali .
Un’esistenza agli estremi, quella del Re della Sceneggiata, attraversata da clamorosi successi e altrettante clamorose disavventure. La storia di Pino Mauro, che artisticamente raggiunge il successo già nel 1956, si intreccia con un pezzo della storia della città di Napoli, per descrivere un’epoca affascinante e suggestiva.
Quando Pino Mauro è un adolescente, Napoli è una città lacerata, sfigurata, impoverita.
La sua casa viene raccontata e etichettata come una cupa e famelica “Napoli milionaria”, come il luogo dove si svende “La pelle”, e in cui “Gesù, fate luce” non è soltanto un ripetitivo adagio popolare. Per troppi, il concetto costante è uno soltanto: “Il mare non bagna Napoli”. A quel dolore sociale Pino Mauro reagisce con vigore e intuito. Sa cantare e intrattenere la platea come pochi. È minorenne quando al Teatro del Popolo interpreta il primo di decine di hit: “Ddoje stelle so’ cadute”. Un cult già affidato in precedenza a Sergio Bruni, suo speciale compaesano. Al termine di una cerimonia sul lungomare di via Caracciolo, lo avvicina un audace discografico della Fonit Cetra e gli propone un contratto. Mauro, poco dopo, registra “Nuttata ‘e sentimento”. E, per la Piedigrotta Giba, interpreta “Ammore amaro”. Agli inizi degli anni Sessanta, poi, sbanca con “Malufiglio” e “Core e lacreme”.
Tra fatti familiari e vicende di cronaca, brani polizieschi e storie di malavita (come quelle portate al cinema: “Onore e guapparia”, “I figli non si toccano”), che tanto affascinano persino il regista americano Quentin Tarantino, Mauro è pronto a intonare pezzi che compongono un singolare puzzle del Novecento. Da ’A sfida” – proprio così s’intitola pure il memorabile esordio alla macchina da presa di Francesco Rosi – a “’O fuorilegge”, da “’O motoscafo” a “Calibro 9”, ’O bene mio”, “Nun t’aggia perdere”, “Era de maggio” e “Tammurriata nera”. Evocando la città che lo battezzò nuova star della canzone e la città moderna. Incattivita, spietata, matrigna. Titoli che sono il chiaroscuro di un golfo vesuviano sempre pronto a esplodere e sorprendere.
Le canzoni vengono raccontate duettando con la voce di Rosa Miranda e, con l’ ineguagliabile istrionicita’ di Del Gaudio, che e’ anche un virtuoso cantante: un recital intimo, sorta di vorticoso memoriale-musicale.
Oltre ai brani citati, che fanno parte della vita e del repertorio di Pino Mauro, l’impalcatura di “Nuttata ‘e sentimento” si fonda, in parallelo, su alcuni classici della canzone napoletana, brani immortali di V. Russo, L. Bovio, di R. Viviani, di S. Di Giacomo, ed anche un omaggio a Pino Daniele.